Attualità

Salviamo Le Cascine

Il Comitato “Salviamo Le Cascine” e l’Associazione “Agricoltori Autonomi Italiani”, evidenziando una comune identità’ di vedute sulla materia, sottolineano possibili criticità sanitarie e danni consistenti agli ecosistemi vicini ad impianti industriali fotovoltaici ed eolici, manifestando
contrarietà ad insediamenti massivi su terreni agricoli.
Certamente il nostro Paese ha necessita di incrementare la propria produzione energetica da fonti rinnovabili come l’energia solare, ma servono nuovi e più’ stringenti criteri a salvaguardia del diritto alla salute dei cittadini, garantito dall’art. 32 della Costituzione, e per non sprecare ulteriore suolo agricolo fertile coltivato
e parte integrante di aziende ben strutturate spesso condotte da giovani che garantiscono la prosecuzione generazionale delle attività.

Ad essere compromessa è la forte vocazione non solo agricola e agroalimentare, ma anche turistica della nostra Regione territorio espressione di un patrimonio ricco di tradizioni, di cui le aziende agricole sono custodi con i loro prodotti tipici, che è dovere delle istituzioni preservare e tutelare.
Moltissimi sono gli spazi alternativi che possono essere utilizzati e riqualificati senza compromettere terreno di buona qualità ricco di biodiversità come quello del Piemonte: una transizione verde sostenibile passa da impianti per autoconsumo, copertura tetti e parcheggi, aree dismesse, cave e miniere evitando così il
consumo di terreni agricoli.
Va inoltre messa in risalto la possibile emergenza sanitaria a cui sono soggetti i residenti nelle immediate vicinanze di impianti fotovoltaici ed eolici industriali derivante, fra gli altri, da effetti come l’inquinamento elettromagnetico generato dalle cabine di trasformazione e dagli elettrodotti.

Relativamente all’inquinamento elettromagnetico lo Statuto della Comunità’ Europea invita ad applicare il principio di precauzione che afferma che “…occorre usare con prudenza e cautela tutte quelle tecnologie che non risultano essere sicuramente innocue….”.

L’Istituto Superiore della Sanità già nel 1995 ha evidenziato la correlazione tra esposizione ed aumento del rischio di leucemia infantile, mentre l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro nel 2001 ha classificato i campi elettromagnetici come “….possibilmente cancerogeni per l’uomo…”.

Vi è poi la concreta possibilità di una progressiva estinzione delle api: i ricercatori dell’università’ di Southampton hanno dimostrato che l’esposizione di api del genere “Apis Mellifera”, la comune ape da miele, a campi elettromagnetici provoca l’alterazione di meccanismi fisiologici e comportamentali che è responsabile della scomparsa di intere colonie Negli ultimi anni,in tutto il mondo,si sta assistendo ad una diminuzione significativa degli insetti impollinatori con gravi ripercussioni sulle produzioni agricole.

L’Organizzazione Mondiale della Salute (Oms) ha recentemente definito i campi elettromagnetici uno degli inquinanti più’ comuni ed in veloce aumento nell’ambiente, i cui livelli di intensità sono in continua crescita con il progredire della tecnologia.

Molti impianti industriali rinnovabili sono stati installati in modo selvaggio, spesso senza accurati sopralluoghi in loco : nella maggior parte dei progetti presentati si parla genericamente, ed infondatamente, di assenza di impatto ambientale incidente su persone e territorio, ed un numero rilevante di questi
impianti,spesso realizzati a solo scopo speculativo, sono stati installati in aree agricole,a ridosso di abitazioni, e le fasce di rispetto, cioè’ le distanze minime dai singoli edifici, non rispettate.

Nella realtà’ per 20/30 anni (la durata media di un impianto) coloro che risiedono nelle prossimità’ di tali impianti dovranno subire conseguenze potenzialmente negative per la propria salute.

Emerge la necessita’ di nuove, e più’ restrittive,normative :deve essere sempre garantita una una distanza minima degli impianti dalle abitazioni al fine di evitare assurde imposizioni, o limitazioni,all’altrui proprietà’ con evidente pregiudizio in danno di quanti siano siano costretti a subire gli effetti della vicinanza di vasti impianti nel nome della,tanto oggi richiamata,”pubblica utilità”.