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Nestlé sotto accusa

l sito di giornalismo investigativo svizzero Public Eye, insieme alla no profit International Baby Food Action Network (IBFAN), hanno pubblicato un rapporto in cui dimostranoche l’azienda vende gli stessi prodotti per l’infanzia con concentrazioni di zucchero (saccarosio o miele) diverse a seconda dei Paesi. Lo elimina quasi nei Paesi più sviluppati, e ne aggiunge quantità molto elevate in quelli meno ricchi.

Nonostante gli impegni pubblici e le raccomandazioni di tutte le autorità sanitarie, le richieste degli azionisti e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Nestlé non mostra dunque alcuna intenzione di pensare alla salute dei bambini, soprattutto quando questi nascono in realtà disagiate.

Paesi di serie A e di serie B?

In Europa come in ma in Svizzera e nel Regno Unito né Cerelac né Nido contengono zuccheri aggiunti, ma in paesi come il Senegal e in Sud Africa i Cerelac contengono 6 gr di zucchero per porzione, così come in Tailandia. In Nigeria 6,8, in Etiopia 5,2, in India 2,7. In Brasile, dove gli stessi cereali sono venduti come Mucilon, solo due su otto campioni non avevano zucchero, mentre negli altri sei ogni porzione ne conteneva 4 grammi.

Quindi 108 dei 115 prodotti Cerelac venduti in Asia, Africa e Sud America, pari al 94%, contenevano zuccheri aggiunti.

Con il latte nido, che frutta all’azinenda più di 1 MILIARDO di dollari all’anno. Africa, Nigeria, senegal e Messico la dinamica non cambia. Da notare che, nella maggior parte dei Paesi, lo zucchero aggiunto non è indicato in etichetta, mentre le pubblicità sono ovunque, dai social agli enormi cartelloni per strada.

Nestlè cosa afferma? Come si difende? Spiega che i prodotti rispettano le leggi nei paesi in cui i prodotti e che essendo paesi sottosviluppati in cui si riscontra denutrizione nei bambini quindi aiuterebbero la loro crescita. Questa giustificazione non regge perchè i dati sono ben diversi; in Afrila l’obesità è un problema molto sentito (Il 23% ne soffre). Certamente la sotto-nutrizione è presente ma chi ne soffre si alimenta di prodotti di bassa qualità a prezzi stracciati.