Monopattini elettrici Luci obbligatorie? Cosa dice la legge
In Italia, i monopattini elettrici devono rispettare normative precise per garantire la sicurezza stradale, come stabilito dal Codice della Strada. Tra i requisiti fondamentali, è obbligatorio che siano dotati di una luce anteriore bianca o gialla fissa e di una luce posteriore rossa fissa, entrambe con un’intensità luminosa adeguata per assicurare la visibilità del veicolo, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione o durante la notte.
Queste luci devono essere sempre accese nelle ore notturne e in situazioni di visibilità ridotta, come nebbia o pioggia, per segnalare la presenza del monopattino agli altri utenti della strada.
L’assenza o il malfunzionamento di questi dispositivi può comportare sanzioni amministrative immediate da parte della polizia municipale, che è autorizzata a verificare il rispetto delle norme durante i controlli su strada.
La normativa si allinea a standard europei: in paesi come Germania, Francia e Spagna, l’obbligo di luci è altrettanto rigido, con conseguenze severe per chi non lo rispetta, come il divieto di circolazione o il sequestro del mezzo.
L’importanza delle luci deriva dal fatto che un monopattino senza illuminazione adeguata rappresenta un pericolo, poiché può risultare invisibile agli automobilisti, causando situazioni di emergenza come frenate brusche o manovre rischiose.
La normativa si applica anche ai monopattini acquistati all’estero: se non conformi ai requisiti italiani, i conducenti possono incorrere in multe e nel sequestro del veicolo. Il legislatore ha aggiornato ripetutamente le regole per rispondere alla crescente diffusione dei monopattini, promuovendo un uso responsabile e sicuro di questi mezzi di micromobilità.
Oltre alle luci, il Codice della Strada impone altri requisiti tecnici, come la presenza di un motore con potenza massima di 500 W, un clacson funzionante, frecce direzionali e un doppio sistema frenante su entrambe le ruote. È inoltre obbligatorio l’uso del casco per tutti i conducenti, indipendentemente dall’età, e la stipula di un’assicurazione di responsabilità civile. I monopattini devono essere muniti di un contrassegno identificativo, una sorta di targa, per facilitarne l’identificazione. La circolazione è consentita solo su strade urbane con limite di velocità di 50 km/h, ed è vietata su piste ciclabili, aree pedonali e marciapiedi, salvo che il mezzo sia condotto a mano. La sosta è permessa solo in aree designate dai comuni o negli stalli per velocipedi e motoveicoli.
Le nuove regole, entrate in vigore il 14 dicembre 2024, hanno introdotto sanzioni più severe per chi non rispetta le norme, con multe che variano da 50 a 800 euro a seconda dell’infrazione. Ad esempio, circolare senza luci accese di notte o senza casco può costare fino a 250 euro, mentre l’assenza di assicurazione o targa comporta sanzioni tra 100 e 400 euro. I monopattini non conformi, come quelli con motori superiori a 1 kW, rischiano il sequestro e la confisca. Le società di sharing devono adeguarsi installando sistemi automatici per impedire l’uso dei monopattini fuori dalle aree consentite, mentre i comuni sono chiamati a regolamentare la sosta e a promuovere campagne informative.
Queste misure rispondono all’aumento degli incidenti legati ai monopattini, spesso causati da un uso scorretto o dalla mancanza di visibilità. Tuttavia, le nuove normative hanno sollevato preoccupazioni tra le aziende di noleggio, che temono un calo dei profitti e una riduzione dei posti di lavoro a causa dei costi aggiuntivi per gli utenti, come assicurazioni (da 40 a 150 euro annui) e targhe. Nonostante le critiche, l’obiettivo è promuovere una micromobilità sicura e ordinata, tutelando conducenti, pedoni e automobilisti.