Attualità

Asti arriva a Vinitaly

Anche le eccellenze enologiche astigiane saranno presenti, in quantità, alla 55ma
edizione del Vinitaly Verona, la vetrina internazionale dedicata allo sviluppo delle
relazioni tra produttori, buyer e stakeholder.
A spiccare tra le altre, ci saranno le aziende vitivinicole socie di Coldiretti che, nel
panorama nazionale e internazionale, già si distinguono per identità, innovazione,
sostenibilità e qualità delle produzioni, in gran parte, biologiche.
Come di consueto, il Salone Internazionale del Vino di Verona torna ad essere,
altresì, occasione per analizzare l’andamento del settore, nonché per delinearne
prospettive e opportunità. Riflessioni che, certamente, non possono esimersi dalla
presa di coscienza del veloce mutare degli scenari geo-politici ed economicoambientali degli ultimi anni.
“Nel suo insieme, l’andamento della demografica agricola astigiana di Coldiretti è
caratterizzato da oscillazioni sia in aumento sia in diminuzione” premette la
Monticone; “ragione per cui, un’analisi corretta deve necessariamente prendere in
considerazione il dettaglio analitico dei singoli fattori numerici e contenutistici”.
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Nell’ultimo triennio, le aziende vitivinicole sono passate da 1.720, con una superficie
vitata di 6.952,19 ettari (nel 2021), a 1.674, con 6.931,72 ettari (nel 2022), fino a
1.635, con 6.839,25 ettari (nel 2023).
“Se da un canto le aziende agricole sono diminuite, dall’altro, molte si sono
ingrandite” prosegue la Presidente. “A lasciare sono stati, prevalentemente, i
viticoltori in pensione (con figli impegnati in altri settori); di contro, incoraggia
sapere che numerosi giovani stanno potenziato i loro impianti e, presto, potremo
contare su un’inversione di tendenza relativamente agli ettari vitati”.
“La viticoltura, come gli altri settori agricoli, è certamente provata dai cambiamenti
climatici e da fitoplasmosi, ma le nuove generazioni stanno guardando con fiducia
alle sfide che la ricerca sta mettendo a terra, già a partire dalla vivaistica” prosegue
la Monticone. “I margini di miglioramento esistono anche a livello agronomico.
Finora, in termini di qualità, la vite si è dimostrata resistente e resiliente. Da
viticoltrice, intendo guardare al calice mezzo pieno, ma questo non toglie che i
giovani vadano sostenuti e l’agricoltura rispettata”.
“Nel calcolo complessivo,” conclude il Direttore Coldiretti Asti Giovanni Rosso,
vanno ricomprese anche le numerose aziende/società agricole impegnate nella
trasformazione, nei servizi e nell’accoglienza. Aziende virtuose che rappresentano
una consistente parte integrante di continuità alla filiera corta; una vera e propria
propaggine del settore primario”.
“Alla luce di tali riflessioni, il peso specifico della Coldiretti aumenta e rassicura, così
come l’impegno e l’autorevolezza nel riportare le aziende ad essere protagoniste, e
non cause dei cambiamenti, sempre più necessari, anche in termini di transizione
ecologica. Il tutto, però, indiscutibilmente nel rispetto della natura e della
sostenibilità ambientale, economica e sociale” chiosa Rosso