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Le novità del nuovo Piano socio-sanitario

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Sono molte le novità contenute nel testo del Piano socio-sanitario della Regione Piemonte, che dopo l’approvazione in Giunta passa ora all’esame del Consiglio.

L’obiettivo principale è il ritorno nella sanità pubblica dei cittadini che oggi rinunciano alle cure. Poi la costruzione dei nuovi ospedali previsti, la riorganizzazione della medicina territoriale, l’odontoiatria solidale⁠, il sostegno alla natalità, la ⁠riforma dei servizi residenziali.Video

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«Si tratta di un momento storico, perché da tanti anni mancava una programmazione capace di guardare al futuro della sanità piemontese in modo strutturato – ha evidenziato il presidente Alberto Cirio durante la conferenza stampa tenutasi nel Grattacielo – Per la prima volta abbiamo uno strumento che non si limita all’emergenza o all’improvvisazione, ma costruisce una visione solida e duratura. Una visione che tiene insieme l’edilizia sanitaria e l’evoluzione di un sistema che oggi non è più soltanto sanitario, ma socio-sanitario. L’introduzione della nuova figura nuova del direttore socio-sanitario nelle aziende sanitarie rappresenta infatti l’ossatura del cambiamento. È il segno tangibile di quell’integrazione tra salute e sociale e tra ospedale e territorio di cui per anni si è parlato ma che non era mai stata realmente calata a terra. L’approvazione del Piano – ha chiarito – rappresenta un altro tassello degli impegni del primo anno di legislatura che abbiamo portato a termine e che mettiamo a disposizione del nostro Piemonte. E credo, con franchezza, che sia uno dei più importanti».

«Con il nuovo Piano imprimiamo un’accelerazione al processo di cambiamento della sanità piemontese – ha sostenuto l’assessore alla Sanità Federico Riboldi – Ora è scritto nero su bianco l’obiettivo principale del nostro agire quotidiano: il ritorno nell’alveo della sanità pubblica di tutti quei cittadini che oggi, per motivi economici, logistici e lunghi tempi d’attesa, rinunciano alle cure sanitarie, perché la sanità o è universale o non è! Nei prossimi giorni proseguiremo nell’iter di approvazione definitiva».

«Abbiamo fissato l’obiettivo ambizioso di rendere sociale la sanità, mettendo al centro del piano i bisogni di chi finora è sempre stato dimenticato dalle istituzioni – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali e all’integrazione socio-sanitaria Maurizio Marrone – I bambini che non nascono per mancanza di sostegno alle famiglie, i caregiver che faticano ad assistere i propri cari senza i contributi necessari, i malati cronici costretti a piegare i propri bisogni particolari alle procedure comuni, i disabili condannati a destreggiarsi tra le burocrazie di diverse istituzioni, chi soffre di malattie rare sacrificato dal numero limitato di casi, gli anziani che possono restare in salute solo con le corrette azioni di prevenzione. Abbiamo segnato la rotta per dare risposte efficaci a tutte queste fragilità sottraendole una volta per tutte al cono d’ombra di indifferenza».

«Abbiamo deciso di riscrivere integralmente la carta d’identità socio-sanitaria piemontese – hanno concluso Riboldi e Marrone – e, per la prima volta nella storia della nostra Regione, è stato fatto insieme alle associazioni di pazienti, ai professionisti sanitari, alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni locali; che saranno nuovamente coinvolte per la presentazione del testo approvato dalla Giunta».

La parte sanitaria

Per quanto riguarda la parte sanitaria il Piano comprende:

– l’istituzionalizzazione dei Tavoli di lavoro per specifiche patologie, per un confronto continuo con cittadini e associazioni di pazienti e per una vera gestione partecipata della sanità;

– la riorganizzazione completa della medicina territoriale, con nuove strutture e l’istituzione della nuova figura del “direttore socio-sanitario”, per una vera integrazione tra sanità e sociale, e le Aggregazioni Funzionali Territoriali come modello organizzativo per la medicina generale e l’assistenza territoriale;

– l’avvio del nuovo “Corpo Logistico Sanitario Piemontese”, per avvicinare i cittadini all’accesso alle cure;

– l’istituzione del “Responsabile operativo degli ambienti sanitari”, che si occuperà dell’umanizzazione delle strutture;

– la messa a terra del Piano di edilizia sanitaria, il più importante di sempre per il Piemonte;

– la costituzione del Tavolo di coordinamento per la candidatura di nuovi Irccs pubblici in varie specialità, in modo da diminuire la mobilità verso le altre regioni;

– il taglio di tutte le spese improduttive per destinare i risparmi ottenuti nelle attività cliniche;

– l’avvio degli screening neonatali estesi e per la diagnosi precoce del diabete di tipo 1 e della celiachia nei bambini;

– il potenziamento dei servizi di Salute mentale e delle dipendenze;

– il miglioramento della presa in carico per il trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione;

– l’odontoiatria solidale a favore delle fasce più deboli della popolazione;

– l’allargamento degli screening neonatali ai test presenti in commercio.

La parte sociale

Importanti novità anche per la parte sociale del Piano:

– attenzione verso il ruolo dei caregiver familiari, che spesso sono la prima e insostituibile assistenza alle persone fragili, su cui ricade il peso maggiore di fatica e sacrifici, per i quali verranno stanziati 5 milioni di euro all’anno;

– attenzione verso la natalità, con la conferma del Fondo Vita Nascente ed il nuovo Buono Vesta da 30 milioni di euro per le famiglie con bambini in fascia 0-6 anni;

– copertura con risorse del capitolo extra Lea dei costi dei parafarmaci per soggetti fragili con malattie rare:

– aggiornamento della disciplina sui servizi residenziali per anziani, disabili, minori e tossicodipendenti per adeguare i requisiti delle strutture ai nuovi bisogni e relative prestazioni:

– integrazione tra servizi sanitari e sociali per la presa in carico globale del paziente, con creazione di percorsi assistenziali condivisi tra ASL, Comuni e servizi sociali;

– maggiore collaborazione con il Terzo Settore

– sviluppo di équipe multidisciplinari per pazienti fragili e non autosufficienti;

– presa in carico durante la transizione minore età-età adulta nel campo della disabilità;

– adeguamento della rete dei servizi sanitari penitenziari al modello di assistenza sanitaria territoriale

– percorsi di invecchiamento attivo e si salute.