Blocco Euro 5, in attesa del rinvio c’è un dispositivo per risolvere il problema
Un emendamento proposto dalla Lega potrebbe posticipare il blocco alla circolazione delle auto diesel Euro 5 in Italia, previsto in molte città per limitare l’inquinamento atmosferico. La proposta, inserita in un decreto legge in discussione, mira a concedere più tempo ai proprietari di questi veicoli per adeguarsi alle normative ambientali.
L’emendamento punta a rinviare le restrizioni alla circolazione delle auto diesel Euro 5, inizialmente previste per il 2024 in diverse regioni, come Lombardia ed Emilia-Romagna. L’obiettivo è evitare disagi economici ai cittadini, considerando che molti non possono permettersi di sostituire il proprio veicolo con un modello più recente.
La proroga proposta potrebbe estendere il periodo di circolazione fino al 2026 o oltre, in base all’approvazione finale.
Secondo i promotori, il rinvio è necessario per tutelare le famiglie e le piccole imprese che dipendono da veicoli Euro 5 per lavoro o mobilità quotidiana. La Lega sottolinea che le limitazioni, pur giustificate da ragioni ambientali, rischiano di penalizzare chi non ha risorse per passare a veicoli elettrici o ibridi, soprattutto in un contesto economico difficile.
L’emendamento ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, i proprietari di auto diesel Euro 5 accolgono con favore la possibilità di continuare a circolare senza sanzioni.
Dall’altro, le associazioni ambientaliste criticano la proposta, sostenendo che ritardare i blocchi compromette gli sforzi per ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità dell’aria nelle città.
Parallelamente, si discute di incentivi per il retrofit, ovvero l’installazione di dispositivi che riducono le emissioni dei veicoli Euro 5, rendendoli conformi a standard più elevati.
Altre soluzioni includono contributi economici per la rottamazione e l’acquisto di auto meno inquinanti. Le normative ambientali sempre più stringenti stanno limitando la circolazione delle auto diesel, in particolare quelle Euro 5, nelle città italiane.
Tuttavia, un dispositivo innovativo potrebbe permettere ai proprietari di questi veicoli di continuare a utilizzarli senza violare le restrizioni.
Si tratta di un sistema di retrofit, progettato per ridurre le emissioni nocive dei motori diesel Euro 5, rendendoli conformi a standard ambientali più elevati, come l’Euro 6.
Questo dispositivo, installabile su molti modelli di auto diesel, abbatte significativamente le emissioni di ossidi di azoto (NOx) e particolato (PM), principali responsabili dell’inquinamento atmosferico.
Il dispositivo utilizza tecnologie avanzate, come filtri antiparticolato (FAP) di nuova generazione e sistemi di riduzione catalitica selettiva (SCR). Questi componenti trattengono e neutralizzano le sostanze inquinanti prima che vengano rilasciate nell’atmosfera. L’installazione, che deve essere effettuata da officine specializzate, non altera le prestazioni del veicolo.
Con il dispositivo, le auto Euro 5 possono accedere alle Zone a Traffico Estritto (ZTL) e circolare durante i blocchi del traffico e gli automobilisti possono evitare di sostituire l’auto con un modello più recente rappresenta un vantaggio significativo.
Il costo del dispositivo varia tra 1.000 e 3.000 euro, a seconda del veicolo. È fondamentale che il sistema sia omologato secondo le normative italiane ed europee per garantire la conformità legale. Gli automobilisti devono verificare che l’installazione sia accompagnata da un certificato valido.
Nonostante l’aumento delle restrizioni, soluzioni come questo dispositivo offrono una seconda vita alle auto diesel Euro 5, permettendo ai proprietari di continuare a usarle in modo responsabile.
Tuttavia, gli esperti consigliano di valutare anche alternative come veicoli ibridi o elettrici per chi pianifica un cambiamento a lungo termine.
In conclusione, il retrofit rappresenta un’opzione pratica e sostenibile per chi desidera mantenere la propria auto diesel Euro 5, rispettando l’ambiente e le normative vigenti. Per maggiori informazioni, è consigliabile rivolgersi a officine certificate o consultare i siti delle autorità competenti.